domenica 19 gennaio 2025

Arezzo celebra una mostra conoscitiva dedicata all’artista, all’architetto e biografo Giorgio Vasari

 



L'articolo per la vastità delle informazioni si compone in più parti che verranno pubblicate dalla  periodicamente. 

Da qualche mese la Galleria Comunale d’Arte Moderna di Arezzo dedica una mostra all’artista Giorgio Vasari (1511-1574), con proroga fino al 2 marzo 2025. Personaggio erudito, non meno che eclettico, Giorgio Vasari fu un uomo poliedrico che seppe imporsi sullo scenario politico e artistico della città di Arezzo, già salita agli onori a metà del XV secolo con gli affreschi lasciati da un altro grande artista quale fu Piero della Francesca (?-1492).

Il percorso visivo si snoda lungo i due piani dell’edificio ed è come sfogliare un manuale di arte moderna, così che anche il visitatore, il più inesperto, possa cogliere quegli spunti salienti che fecero di quel secolo l’età d’oro di questa città.

Apre la mostra il Ritratto di Francesco I de’ Medici eseguito da Agnolo Bronzino (1503-1572), pittore della prima maniera formatosi nella bottega fiorentina di Jacopo Pontormo (1494-1556). Da segnalare sempre dello stesso artista, l’Allegoria della Felicità pubblica (1567-1568) vicina ai modi dell’Allegoria del Trionfo di Venere (1540-45), custodita alla National Gallery di Londra.



Opere composte da figure giocate su scalature di colori sintetici, ritagliate entro uno spazio ristretto e reso volontariamente appiattito. Molti di questi capolavori fungeranno da modelli nel periodo individuato dagli storici dell’arte con il nome di Manierismo. Una corrente, quella del Manierismo, elaborata dalla mano di Jacopo Carucci e portata avanti nei territori toscani dalla pattuglia composta da Bronzino, Beccafumi e Rosso Fiorentino. Artisti che, nella dichiarata volontà di accentuare le figure, imbevute da una forte lascivia e in posizioni allungate da un’eccessiva rotazione dei busti, esprimevano un chiaro dissenso artistico ai fatti politici fiorentini.



Anche la scoperta, intorno al 1492, del “nuovo mondo” non fece che sottolineare nell’individuo la perdita di antiche certezze, provocando quel senso di estraniamento e vuoto esistenziale più profondo e incolmabile. A questo riguardo, cito l’opera con l’Alabardiere (1530 o 1537), di Pontormo, conservata al Getty Museum di Los Angeles dove quegli occhi fissi, spaesati e in cerca di un’altrove, sono espressione di una precisa condizione umana. 




Arezzo celebra una mostra conoscitiva dedicata all’artista, all’architetto e biografo Giorgio Vasari

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