lunedì 2 maggio 2011

La Battaglia di San Martino e Solferino di Carlo Ademollo

Quest’anno, in occasione della ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, l’Ottocento artistico è stato rispolverato un po’ in tutte le Regioni e in alcuni luoghi anche con un certo orgoglio e campanilismo!
Ad Arezzo presso il Museo Statale d’arte Medievale e Moderna, come si vede brevemente nel video, è stata l’occasione come dico sempre “di far parlare i quadri”. La sala presenta una rassegna di opere, molti i ritratti e gli autoritratti di artisti che a metà Ottocento hanno contribuito alla storia culturale della città. Tra i tanti è da ricordare l’autoritratto del padre del Neoclassicismo in pittura: Pietro Benvenuti, oppure il busto in marmo del Conte Vittorio Fossombroni (il famoso economista e uomo politico aretino che progettò e realizzò la bonifica della Valdichiana), eseguito dallo scultore Lorenzo Bartolini.
Una quadreria insomma che a prima vista si apprezza per l’opera “ben fatta”, ma che rappresentando una produzione artistica locale minore, molto spesso per i non addetti ai lavori, se pur con una galoppante sindrome di Stendhal in atto, trova difficile sciogliere quei nodi che il tempo legato alla storia dell’uomo, inesorabilmente getta nel più profondo dell’oblio.
Opere come nel caso dei ritratti che paiono a prima vista fossilizzati in una fisiognomica atemporale, volti giovanili alcuni al massimo della loro carriera, altri che con le loro espressioni sembrano ammiccarci prepotentemente qualcosa di particolare … sicuri che noi sappiamo!
Rispolveriamo dunque il tempo perso magari al chiuso della biblioteca Comunale, cullati dal fatto che l’edificio è un bell’esempio di architettura aretina medievale e rinascimentale, costruito dall' accorpamento dei palazzi, esistenti fin dal 1200, delle nobili famiglie guelfe Albergotti, Lodomeri e Sassoli. Che dire poi del prezioso tempo scandito dai rintocchi della Pieve che, a seconda della nostra ricerca, ci sembrerà un suono duro se ci troviamo calati in un autunno rinascimentale, quando il popolo aretino si armava in Fortezza contro i fiorentini, oppure da un piacevole rintocco quasi da Grand Tour, magari immaginando il pittore Pio Ricci intento a raffigurare il quadro dal titolo “Le opere della Fraternita dei Laici” ,con sullo sfondo la Pieve, opera all’interno della sezione dell’Ottocento.
Ma iniziamo da un quadro e dal suo artista Carlo Ademollo, che ha da poco spento le candeline e che per l’occasione di questa giornata particolare è stato festeggiato anche dai discendenti della famiglia Ademollo.

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