Questo blog ha la funzione di interagire con altri appassionati d'arte come me. La lettura e lo scambio di appunti universitari, ricerche e approfondimenti su precise tematiche artistiche, e non solo, hanno lo scopo di arricchire la conoscenza e la cultura fra i diversi fruitori.
venerdì 8 giugno 2012
Bilancio conclusivo della mostra Simbologie Materiche degli artisti Adriano Maraldi e Decio Zoffoli a cura di Barbara Rossi
Per gentile concessione dell'emittente televisiva Arezzo TV intervista curata da Fabio Fabretti
domenica 3 giugno 2012
Simbologie Materiche due artisti a confronto
Per gentile concessione dell'emittente televisiva Tele San Domenico intervista curata da Francesca De Simone
venerdì 25 maggio 2012
INTERVISTA RADIOFONICA A RADIO AREZZO
E' SUL WEB L'INTERVISTA DELLA MOSTRA "SIMBOLOGIE MATERICHE" CONDOTTA DA
GABRIELE MALVESTITI
www.radioarezzo.it
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giovedì 17 maggio 2012
lunedì 14 maggio 2012
MATTER SYMBOLOGIES
Adriano Maraldi and Decio Zoffoli cannot be categorized as a painter and as a sculptor but as two true manipulators of matter. The extensive and varied selection of works in this exhibition offers visitors the opportunity to comprehend and understand that, behind each artistic expression, lies primarily a manual performance followed by an accurate study of the technique within the craftsmanship.
Maraldi's career, ranging from the thorough knowledge of chalcography to the use of earth mixed with acrylics, leads him to a continuous search for a transparency he projects onto a ductile material such as methacrylate. Zoffoli's works consist of iron, copper, clay, cast glass and cement. These are materials the artist is able to forge with great wisdom thanks to the training undertaken over the years at his father's workshop. The predominant use of cement combined with textile and iron leads him to an investigation into unusual forms, making his characters both mighty and elegant in shape. An almost psychological study of contents, as is felt in the works in cast glass, a transformation from which derives the constant need to recycle. A recycling that can be understood only through the creation of the components themselves.
Two apparently opposite paths, which find their point of union in the technical ability founded on practical experience. It is precisely to this concept and core subject of their works that the artists trust their existential restlessness, bitter about a society, in which artisans are sucked into the deepest oblivion, where too often culture is a non-culture.
sabato 12 maggio 2012
venerdì 11 maggio 2012
Simbologie Materiche
Adriano Maraldi e Decio Zoffoli non si possono catalogare come un pittore e uno scultore ma dei veri operatori della materia. L’ampia e variegata selezione di opere esposte in questa mostra, offre l’opportunità al visitatore di comprendere e di capire che dietro ad ogni espressione artistica c’è prima di tutto una resa manuale e quindi uno studio accurato della tecnica artigianale.
La carriera di Maraldi che spazia da un’approfondita conoscenza della calcografia all’uso di terre impastate con acrilici, lo porta a una continua ricerca di trasparenza, che proietta su un materiale duttile come il metacrilato. Di ferro, rame, terracotta, vetro fuso e cemento si compongono le opere di Zoffoli. Materiali che l’artista riesce a forgiare con estrema sapienza, vista la pregressa formazione acquisita negli anni, nella bottega del padre. L’uso prevalente del cemento misto a tessuto e ferro lo spinge ad analizzare forme inusuali, rendendo i suoi personaggi potenti e allo stesso tempo eleganti nelle forme. Una ricerca quasi psicologica dei contenuti, come si avverte nelle opere in vetro fuso, trasformazione da cui gli deriva il bisogno continuo di riciclo. Riciclo che lo si può comprendere solo con la creazione dei componenti stessi.
Due percorsi apparentemente opposti ma che trovano il loro punto d’unione nella capacità tecnica fondata sull’esperienza pratica. Ed è proprio su questo concetto e base tematica delle opere, che gli artisti affidano la loro inquietudine esistenziale, amareggiati da una società dove le categorie artigianali sono risucchiate nell’oblio più profondo, dove troppo spesso la cultura è la non cultura.
Maraldi osserva come spettatore solitario l’agonia di una classe corrotta e capricciosa rifugiandosi nella fedeltà di una natura incontaminata. Pesci guizzanti dai colori accesi, impreziositi da terre e venature color oro, sgusciano dall’acqua e si gettano tra le onde del mare, sono carichi di Simbologie materiche una metafora sottile e allo stesso tempo cruda, un grido di dolore fatto di pura contestazione. Per l’artista i pesci confusi e disorientati rappresentano tanti inutili spermatozoi impazziti, spaesati e senza una mèta definita non riescono più a comunicare tra loro, un dialogo interrotto e allo stesso tempo emblematico che sta cessando di esistere nel rapporto contemporaneo tra uomo e donna, espressione che si evince dalla coppia raffigurata nel dipinto intitolato Gli amici dell’artista.
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