martedì 25 ottobre 2016

ALMA MATER mostra di Elio De Luca a cura di Barbara Rossi al Museo Ivan Bruschi Arezzo


DAL 23 OTTOBRE AL 4 NOVEMBRE 2016


Arianna e il Minotauro


Elio De Luca fin da giovanissimo, coltiva i suoi studi artistici, attraverso la lettura delle opere dei grandi maestri del Novecento, ancor prima di aver mostrato interesse, a quel recupero della tradizione pittorica primitiva e rinascimentale, nel solco lasciato dall'impronta pierfrancescana. Scorci e inquadrature, rielaborati nell'impaginazione e nella meditata lezione lasciata da Ottone Rosai,Campigli, Carrà ma anche da Gino Severini e Ardengo Soffici, per citare artisti territorialmente a lui vicini, si accostano a tangenze che derivano dalle opere del surrealista Paul Delvaux, di cui ne elabora il linguaggio formale, arrivando con rigore alla piena autonomia del tratto.
Figura predominante del suo pensiero è la donna, di cui cerca di sviscerarne i reconditi significati espressivi. Poste sempre in primo piano, in gruppo o in solitudine, si collocano su di uno scenario paesaggistico, utilizzato come se fosse una Quinta teatrale e permeato da un’atmosfera silente e atemporale, dal sapore metafisico ed in perfetta sintonia con i suoi personaggi.

mercoledì 19 ottobre 2016

ALMA MATER mostra dell'artista Elio De Luca a cura di Barbara Rossi



Dal 21 ottobre al 4 novembre mostra di Elio De Luca alla Fondazione Ivan Bruschi di Arezzo

26 ottobre serata degustazione a cura di Slow Food Arezzo e Val Tiberina






Alma Mater mostra dell'artista Elio De Luca a cura di Barbara Rossi
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venerdì 7 ottobre 2016

**Il Pionta. Vescovi e artisti tra XIII e XV secolo**






In attesa della camminata e della visita di ricognizione dell’intera area di scavo, fissata nella mattina di domenica 9 ottobre 2016 ore 10 e organizzata con la volontà delle associazioni: Academo (Arezzo per la Storia), Slow Food condotta di Arezzo e Val Tiberina e A piede libero; non mi resta che argomentare su quella attività artistica ormai dispersa che alcuni studiosi ritengono essersi sviluppata inizialmente intorno alla fabbrica del Duomo Vecchio.


Già nell'Ottocento seguendo lo spirito e l’onda del revival dell’antichità tre insigni aretini, Giacinto Fossombroni, Giovan Francesco De’ Giudici e l’archeologo Gian Francesco Gamurrini evincono dalle loro ricerche sul territorio, come appariva evidente, durante i secoli, il forte legame tra i poteri locali con l’antico Episcopio. A questo proposito trascrivo uno stralcio dell’articolo di Luciana Borri Cristelli (2005) che riferisce dalle notizie desunte dei due studiosi Fossombroni – De’ Giudici: come, mentre il Capitolo della nuova Cattedrale continuava a mantenere nell’antico sito un cappellano, di “quegli insigni Edifizj” si prendeva cura l’Opera “soggetta al Consiglio della Città”: organismo che nel 1395 elegge quattro cittadini per restaurare la tribuna della primitiva cattedrale, ridotta in pessime condizioni; mentre Vasari genericamente, parla del successivo intervento del Vescovo Gentile de’ Becchi (1473 - 1497) a seguito della rovina della “parte di mezzo di quel tempio” (Edizione Torrentiniana 1550). I due studiosi si servono poi dell’edizione Giuntina scritta dal biografo nel 1568, quando sono alla descrizione della tipologia architettonica, nell'identificazione di due edifici ecclesiali: il primo riconosciuto nell'antica chiesa cattedrale di S. Maria e S. Stefano, l’altro con il tempio, successivamente dedicato a S. Donato, ambedue collegati all'immagine lasciata da Pietro Buonamici nel dipinto della Fraternita dei Laici.

Arezzo celebra una mostra conoscitiva dedicata all’artista, all’architetto e biografo Giorgio Vasari

  L'articolo per la vastità delle informazioni si compone in più parti che verranno pubblicate dalla  periodicamente.  Da qualche mese l...