sabato 14 aprile 2012

Tòpoi e il ritorno dell'uomo a una coscienza antica


La raccolta, che si compone di tredici quadri condotti a tecnica mista e correlati da altrettante incisioni ad acquaforte, è anch’essa legata da un sottile fil rouge alle precedenti mostre di Raffaello Lucci: Kyclos (2006), Walls (2008) e Wandering Walls (2010). Si tratta dunque di un nuovo viaggio interiore dell’artista, condotto questa volta in luoghi, disseminati lungo la fascia mediorientale del continente e che hanno influenzato con le teorie dei grandi fisici di Mileto (Talete, Anassagora, Anassimene) e degli spirituali (Eraclito, Pitagora, Deutero Isaia, Zoroastro, Buddha, Confucio e Lao Tzu) il pensiero dell’intera umanità. Per l’artista sono “luoghi” dell’anima, per la storia i magnifici siti dell'Età assiale del VI secolo a.C.
Il filosofo Bertrand Russel, fondatore della filosofia analitica, fu il primo ad analizzare, a metà del 900’, il periodo in questione, a questo si aggiunse il sacerdote Ernesto Balducci che analizzò le religioni in relazione alla loro capacità o meno di essere fonti di una salvezza storica, ed infine il filosofo Karl Jaspers che lascia (tra le sue tante opere letterarie) uno dei testi fondamentali “Origine e senso della storia” (1949), opera in cui il filosofo tedesco coniò per la prima volta il termine di periodo assiale o Era assiale (intervallo compreso tra l’800 e il 200 a.C.).
Di tale termine il filosofo se ne serve per dare un'interpretazione della Storia dell'umanità, individuando e relazionando tra loro i fatti più straordinari accaduti in India, Cina, Palestina, Iran, e Grecia, cui l'intera umanità, avvia una rottura epocale e in cui si dissolvono le civiltà precedenti, frutto di uno sviluppo storico monofiletico a favore di uno sviluppo policentrico caratterizzato da cerchie culturali separate.
Jaspers afferma che:
Un asse della Storia universale [..] dovrebbe essere situato nel punto in cui fu generato tutto ciò che, dopo di allora, l'uomo ha potuto essere, nel punto della più straripante fecondità nel modellare l'essere umano » Con questo asse si offre qualcosa di comune all'intera umanità con cui è possibile rappresentare l'unità della Storia umana.

martedì 20 marzo 2012

FACCIO I SOLDI E DOPO NON DEVO SCAPPARE


  Intervista semi seria allo scrittore che ha fatto scalpore nelle librerie aretine!

Perché ti sei deciso a scrivere questo tipo di libro?

In realtà questo libro è un sottoprodotto della mia vita così mi piace definirlo. Nel senso che ho avuto la fortuna in trent’anni di attività professionale abbastanza variegata e multiforme di incontrare tante persone: imprenditori, professionisti, alcuni di successo e altri di minor successo e ho avuto modo di riscontrare indistintamente che tutti quelli che avevano avuto nella loro vita successo erano padroni di un certo tipo di approccio, ai fatti e alle circostanze della vita, mentre gli altri che non avevano avuto successo non possedevano questo tipo di approccio. Cerco di spiegarmi, fino a questo momento non ho trovato alcuna persona che abbia ottenuto risultati discreti e che fosse una persona: ansiosa, spaventata, depressa, triste, preoccupata, che non avesse creatività e che non avesse impegno. E’ anche vero che questo stato di fatto non porta alla certezza dei risultati perché, come tutti ben sappiamo, entrano in gioco fattori imponderabili che sono il caso e la fortuna e su questi ultimi ben poco possiamo fare.

A chi si rivolge questo libro e qual è il target dei lettori?

Chiaramente il tema economico viene dalla mia formazione professionale ma se lo guardiamo da vicino, coinvolge un po’ tutte le fasce di lettori che, applicando delle semplici regole ad un chiaro stile di vita, vi trovano immancabilmente delle utilissime opportunità. Credo che approcciarsi alla vita quotidiana di ognuno di noi con un sorriso, con impegno, con coraggio e senza timori porti inevitabilmente ottimi risultati e questo non solo dal punto di vista lavorativo.

Quali sono le regole base per ottimizzare la qualità economica della vita di un risparmiatore?

Esistono delle piccole e semplici regole che, consentitemi la battuta, sono quelle della nonna, nel senso che, per prima cosa non dobbiamo spendere più di quello che si guadagna ma anzi dobbiamo accantonare una parte del proprio reddito, questo perché non dobbiamo compiere il passo più lungo della gamba e perché seconda cosa, i debiti vanno fatti solo per gli investimenti, in quanto i debiti li paghiamo noi con i nostri soldi e anche se accendiamo un mutuo in banca, prima o poi arriverà il giorno che lo dobbiamo estinguere. Quindi sono regole banali dettate dal buon senso che ruotano su di un concetto fondamentale e che se tutti noi utilizzassimo porterebbero sicuramente degli ottimi risultati che non ci impedirebbero di guardare al futuro e soprattutto di non fare investimenti. I debiti intendiamoci non sono di per se stessi pericolosi se vengono fatti per investimenti, al contrario diventano preoccupanti se li tramutiamo nelle cosiddette spese correnti relative alla quotidianità del soggetto.

Permettimi di ironizzare sulla famosa “vacanza” che citi nel libro

Non c’è nulla di male se i denari sono spesi per una vacanza diventa una tragedia se una persona si indebita per andare in vacanza!

 L'IPOCRISIA DEL SISTEMA. "UNA TRAGICOMMEDIA" Ancora una volta ho il piacere di prendere un caffè con la prof.ssa Morra e in q...