Questo blog ha la funzione di interagire con altri appassionati d'arte come me. La lettura e lo scambio di appunti universitari, ricerche e approfondimenti su precise tematiche artistiche, e non solo, hanno lo scopo di arricchire la conoscenza e la cultura fra i diversi fruitori.
martedì 1 novembre 2016
Rassegna fotografica della mostra Alma Mater di Elio De Luca a cura di Barbara Rossi
Click per sfogliare
Fotografie della mostra ALMA Mater di Elio De Luca a cura di Barbara Rossi con Slow Food Arezzo e Val Tiberina
martedì 25 ottobre 2016
ALMA MATER mostra di Elio De Luca a cura di Barbara Rossi al Museo Ivan Bruschi Arezzo
DAL 23 OTTOBRE AL 4 NOVEMBRE 2016
Arianna e il Minotauro
Figura
predominante del suo pensiero è la donna, di cui cerca di sviscerarne i reconditi
significati espressivi. Poste sempre in primo piano, in gruppo o in solitudine,
si collocano su di uno scenario paesaggistico, utilizzato come se fosse una Quinta
teatrale e permeato da un’atmosfera silente e atemporale, dal sapore metafisico
ed in perfetta sintonia con i suoi personaggi.
mercoledì 19 ottobre 2016
ALMA MATER mostra dell'artista Elio De Luca a cura di Barbara Rossi
venerdì 7 ottobre 2016
**Il Pionta. Vescovi e artisti tra XIII e XV secolo**
In attesa della camminata e della visita di ricognizione
dell’intera area di scavo, fissata nella mattina di domenica 9 ottobre 2016 ore
10 e organizzata con la volontà delle associazioni: Academo (Arezzo per la Storia),
Slow Food condotta di Arezzo e Val Tiberina e A piede libero; non mi
resta che argomentare su quella attività artistica ormai dispersa che alcuni
studiosi ritengono essersi sviluppata inizialmente intorno alla fabbrica del
Duomo Vecchio.
Già nell'Ottocento seguendo lo spirito e l’onda del revival dell’antichità tre insigni aretini, Giacinto
Fossombroni, Giovan Francesco De’ Giudici e l’archeologo Gian Francesco
Gamurrini evincono dalle loro ricerche sul territorio, come appariva evidente, durante
i secoli, il forte legame tra i poteri locali con l’antico Episcopio. A questo
proposito trascrivo uno stralcio dell’articolo di Luciana Borri Cristelli (2005)
che riferisce dalle notizie desunte dei due studiosi Fossombroni – De’ Giudici:
come, mentre il Capitolo della nuova Cattedrale continuava a mantenere
nell’antico sito un cappellano, di “quegli insigni Edifizj” si prendeva cura
l’Opera “soggetta al Consiglio della Città”: organismo che nel 1395 elegge
quattro cittadini per restaurare la tribuna della primitiva cattedrale, ridotta
in pessime condizioni; mentre Vasari genericamente, parla del successivo
intervento del Vescovo Gentile de’ Becchi (1473 - 1497) a seguito della rovina
della “parte di mezzo di quel tempio” (Edizione Torrentiniana 1550). I due studiosi
si servono poi dell’edizione Giuntina scritta dal biografo nel 1568, quando
sono alla descrizione della tipologia architettonica, nell'identificazione di
due edifici ecclesiali: il primo riconosciuto nell'antica chiesa cattedrale di
S. Maria e S. Stefano, l’altro con il tempio, successivamente dedicato a S.
Donato, ambedue collegati all'immagine lasciata da Pietro Buonamici nel dipinto
della Fraternita dei Laici.
sabato 23 luglio 2016
Una lettura del Colle del Pionta attraverso i manoscritti di epoca medievale
A sx una cartapecora del Messale del Pionta f.62r Biblioteca Apostolica Vaticana.
A dx una cartapecora del manoscritto 363.III.3a Biblioteca della Città di Arezzo.
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Il Colle del Pionta o
Duomo vecchio sta ad indicare quel fitto e ricco complesso di edifici a
carattere cultuale e non, eretti durante i secoli e portati avanti nell’epoca
medievale dall’autorità vescovile.
Ad oggi gli scavi sono
ripartiti con l’impegno di Mauro Mariottini, presidente dell’associazione Academo, che promuove ed è concessionaria dei lavori, degli archeologi delle
varie Università e con il sostegno dei volontari. A tale proposito vorrei riannodare,
con alcuni articoli, questo pezzo di storia che negli ultimi secoli è purtroppo
rimasto scollegato nella viva memoria cittadina ma che da questo Colle trae le
sue origini.
sabato 4 giugno 2016
Riflessioni intorno alla mostra: Piero della Francesca. Indagine su un mito. Forlì
Vale la pena programmare una visita più che approfondita a questa
mostra dal titolo “Piero della Francesca. Indagine su un mito”, ancora attiva all'interno dei Musei di San Domenico di Forlì. Una collezione di opere che ci aiutano
a comprendere la riscoperta di questo grande artista, caduto nell'oblio per
alcuni secoli e poi rivalutato tra Otto e Novecento. Ed è proprio questo il filo
conduttore della mostra, che ha come pretesto, quello di indagare la portata
della sua opera, attraverso le indicazioni e lo studio di alcuni autorevoli
critici della storia dell’arte moderna, fra i quali Bernard Berenson, Adolfo
Venturi e in particolare Roberto Longhi. Da apripista alla mostra un’opera
pregevole, la scultura marmorea del Busto
di Battista Sforza realizzata intorno al 1472 – 1475 dallo scultore
Francesco Laurana. Moglie di Federico da Montefeltro, il calco fu probabilmente
desunto da un ritratto postumo della donna, morta il 6 luglio 1472. L’opera
oltre ad indicare i rapporti stringenti che l’artista ebbe con i duchi di
Urbino, ha la funzione di richiamare alla mente del visitatore il Doppio ritratto dei Duchi d’Urbino
eseguito da Piero e conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Sempre
ispirata a Battista Sforza è l’altra opera, il piccolo dipinto di CarloCarrà,
esposto poco più avanti: L’amante
dell’ingegnere (1921) con il quale l’artista chiuse quell'intensa stagione
metafisica insieme a Giorgio De Chirico.
giovedì 24 marzo 2016
Dal 1 al 18 aprile con
vernissage sabato 2 c.m. alle ore 17 presso l’Atrio d’Onore della Provincia di
Arezzo, si inaugura la mostra dell’artista Massimo Biondi dal titolo: Anime e Tarocchi curata dalla Storica
dell’arte Barbara Rossi. Una mostra sui generis
resa dal fatto che si espongono sia opere grafiche che scultoree del medesimo
artista.
Dopo un percorso
lavorativo iniziale, l’artista giunge alla grafica artistica che lo vede
impegnato come designer, ricoprendo il ruolo di project leader per note aziende.
Biondi ricorrerà a concepire le sue opere proprio avvalendosi di questa tecnica,
utilizzandola sia nella resa stilistica, come peculiarità nel trovare tonalità
secondo il principio del chiaroscuro, sia come canale e filo conduttore della
sua ricerca espressiva.
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