venerdì 20 settembre 2024

IL CIBO DELL’UOMO. La via della salute tra conoscenza scientifica e antiche saggezze

 

Estratto dal libro: “Il cibo dell’uomo” (2015) di Franco Berrino, medico, patologo, epidemiologo, presidente dell’associazione “La Grande Via”, già direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, ha promosso lo sviluppo dei registri tumori in Italia e in Europa, grandi studi per indagare il rapporto fra stile alimentare, livelli ormonali e successiva incidenza del cancro e sperimentazioni sullo stile di vita per prevenire l’incidenza del cancro al seno e delle sue recidive (progetti DIANA).

                                                                     


Nella medicina tradizionale cinese le carni sono considerate gli alimenti tonificanti per eccellenza, tonificano il Qi e nutrono il sangue, sono considerate particolarmente efficaci in chi ha malattie debilitanti, ma devono essere assunte con moderazione perché essendo toniche creano facilmente eccessi, stasi; una persona sana dovrebbe assumerne solo saltuariamente.

Anche nella nostra tradizione medica le carni erano raccomandate, in tempi in cui il loro consumo era eccezionale (praticamente fino alla metà del secolo scorso), a chi doveva superare una malattia. Poi, nella seconda metà del secolo, il consumo di carne è cresciuto fino a minacciare seriamente la salute dell’uomo e del pianeta.

A fine ottobre del 2015 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità annuncia di aver classificato il consumo di carni rosse come probabilmente cancerogeno per l’uomo.

La notizia è stata presa molto male in ambienti economici, sanitari e giornalistici. I titoli in prima pagina riflettono ignoranza e conflitti di interesse.

martedì 13 agosto 2024

L’invasione del cibo industriale e del cibo spazzatura

 

Articolo della Dottoressa Mira Shiva, coordinatrice del progetto Initiative for Healt & Equity in Society e membro fondatore di Doctors for Food Safety & Biosafety 




 

Il cibo non è soltanto un mezzo per mettere a tacere la fame, è anche qualcosa di importante che dà conforto e gratificazione emotiva, se preparato e servito con amore. Il cibo è necessario per lo sviluppo fisico e mentale dei bambini, ci fornisce il sostentamento di cui abbiamo bisogno e soddisfa le nostre necessità nutrizionali, a patto però che sia bilanciato, sicuro e adatto alle differenti fasi della vita. 

Malnutrizione, sovrappeso e obesità

L’aumento del consumo di cibi ultra-lavorati nei paesi in via di sviluppo ha raggiunto il suo massimo dopo la diffusione, quasi ovunque, delle politiche neoliberiste; ed è stato praticamente imposto, aprendo ogni canale alle importazioni di alimenti industriali attraverso la riduzione dei dazi e favorendo l’ingresso dell’agroindustria nelle catene alimentari. Ciò non ha solo modificato le abitudini di consumo, ma ha anche portato alla perdita sistematica di opzioni alimentari più salubri che prima esistevano.

Per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e per eliminare gli ostacoli che frenano il miglioramento della salute pubblica, occorre non solo conoscere bene i fattori di rischio e i determinanti socio-economici di salute, ma anche saperli gestire ai fini dello scopo.

La lista che segue elenca alcuni dei più importanti determinanti socio-economici:

·     Povertà

·     Accordi

·     Politiche agricole e dei trasporti

·     Attività delle multinazionali

Sono questi che influenzano l’alimentazione e l’apporto di nutrienti e rappresentano i più preoccupanti fattori di rischio. La difficoltà di accesso al cibo, la perdita di nutrienti essenziali e di alimenti sicuri e biodiversi conducono alla fame, alla sottonutrizione e alla malnutrizione. Il cibo prodotto come conseguenza dei determinati di cui sopra porta a eccessi proteici, a un consumo di proteine non di buona qualità e alla perdita di micronutrienti e minerali.

sabato 13 luglio 2024

Solo il cibo vero è salute

 Secondo articolo inerente al libro: Cibo e Salute 

Dottor Franco Berrino, già direttore del Dipartimento di Medicina Preventiva e Correttiva dell’Istituto dei Tumori di Milano e presidente dell’associazione La Grande Via  


 

Gli allevamenti intensivi, le monocolture e l’impatto sul Pianeta

Oggi, comunque, il problema principale legato alla carne rossa è il danno che gli allevamenti intensivi causano al pianeta e all’ecosistema. Questo tipo di produzione è una componente importante dell’effetto serra, dell’inquinamento del suolo e del consumo di acqua. Inoltre, è un fattore estremamente impattante sul problema della fame del mondo, perché per produrre una caloria di carne si consumano 10-15 calorie in cibo vegetale, che potrebbero essere consumate dagli esseri umani. Oggi i bovini, ad esempio, non si cibano più di erba, che non è un alimento adatto all’uomo, ma consumano invece fondamentalmente cereali e legumi, cioè mais e soia, che potrebbero sfamare intere popolazioni. L’allevamento intensivo è quindi energivoro, consuma materie prime preziose e la resa non compensa quanto consumato; è dunque un sistema perdente, profondamente svantaggioso e distruttivo.

Non solo. La iper produzione di carne danneggia le popolazioni povere, alle quali viene sottratta la terra coltivabile per fare spazio ai grandi allevamenti, che hanno bisogno di ampie estensioni di terreno, e alle monocolture che poi andranno a sfamare quegli animali. A rimetterci sono i contadini, che invece potrebbero vivere di ciò che la terra produce e potrebbero anche vendere la produzione vegetale in esubero per contribuire a sfamare altre persone.

Laddove ci sono enormi distese di monocolture, si riducono l’agricoltura di prossimità e di sussistenza.

Un esempio sul quale riflettere può essere quello della Costa d’Avorio. All’inizio degli anni Settanta si percepiva un benessere generalizzato: tutti i bambini andavano a scuola, la fame non esisteva e l’economia era basata su caffè, cacao, caucciù e legname. Poi, negli anni Novanta, è arrivata la guerra tra il Nord e il Sud. E allora le comunicazioni, le esportazioni e il commercio si sono interrotti ed è arrivata la fame; i bambini morivano, non c’era da mangiare, si era rotto un equilibrio fragile che si basava sulla resa economica di monocolture che però non producevano alimenti commestibili. È questo ciò su cui occorre riflettere per cambiare paradigma.

Ci sono ampie aree in Africa dove la terra serve per produrre foraggio per gli animali, quindi è evidente che il danno generato dal consumo di carne è ancora più grave dell’impatto negativo che la bistecca può avere sul nostro intestino.

martedì 9 luglio 2024

CIBO E SALUTE. Manuale di RESISTENZA ALIMENTARE

Pubblico, in un breve ciclo di post, alcuni articoli estratti da questo libro, nel quale si affrontano i rischi che andiamo incontro se continuiamo a perseguire un'alimentazione sbagliata e quanto danno ancora arrecheremo all'ambiente. 

Nell'ultimo post sarà visibile il link per la lettura, nella versione italiana, del Manifesto "Food for Healt"



Vandana Shiva, fondatrice e presidente di Navdanya International

 

Oggi viviamo una situazione di assoluta emergenza planetaria, i suoli sono contaminati da sostanze chimiche, la biodiversità ha subito e sta subendo una devastazione senza precedenti, la produzione del cibo risponde a logiche economiche, industriali e di sfruttamento. Tutto ciò rappresenta evidentemente una grande minaccia per il futuro del nostro pianeta e degli esseri umani. Occorre allora individuare e perseguire la via per garantire il benessere della terra, la salubrità del cibo, l’utilizzo sostenibile delle risorse e il rispetto della biodiversità. La salute dell’uomo verrà di conseguenza.

Ciò di cui abbiamo tutti bisogno su questo pianeta è una transizione agro ecologica, dove per agroecologia è da intendersi il modello, sperimentato in India, il mio paese natale, che applica, sì, tecniche e sistemi di colture basati su principi ecologici nel rispetto dell’ambiente, ma che è anche una visione della vita, basata sul concetto di integrazione tra il genere umano e la natura.

La civiltà indiana si è evoluta e si è sostenuta per migliaia di anni ponendo al centro della sua agricoltura e del suo sistema sanitario la salute, la felicità e il benessere della Terra, di tutti i viventi e di tutte le persone.

Il motto Sarve bhavantu sukhinali, cioè “possano tutti i viventi essere felici”, è la nostra filosofia e l’obiettivo che guida tutte le scienze, le tecnologie e le conoscenze. La scienza vera si basa sul riconoscimento delle interconnessioni e delle interrelazioni fra gli esseri umani e la natura, fra organismi diversi e all’interno di tutti i sistemi viventi, compreso il corpo umano. In Oriente questo approccio ha favorito lo sviluppo di una scienza ecologica e sistemica, non frammentata e riduzionista come in Occidente, benché anche in India abbia preso piede negli ultimi decenni l’approccio meccanicistico più occidentale, generando contraddizioni e non pochi problemi.

Per la cultura indiana, le tecnologie sono strumenti. E gli strumenti devono essere giudicati secondo criteri etici, sociali ed ecologici; strumenti e tecnologie non sono mai stati considerati autoreferenziali, bensì giudicati nel contesto del loro contributo al benessere di tutti.

In India, le scienze ecologiche dell’agricoltura, del cibo e della salute si sono evolute come sistemi avanzati di conoscenza per migliorare il benessere collettivo.

I doni dell’India per la salute del mondo sono due scienze che si possono definire sistemiche: quella dell’agricoltura ecologica-biologica e quella dell’ayurveda intesa come scienza della nutrizione più avanzata, basata su cinquemila anni di tradizioni di cui si è dimostrata la salubrità.

lunedì 3 luglio 2023

Il MONDO... secondo CRISTINA. Immagini, riflessioni ed emozioni di una geografa.

La recensione del nuovo libro della prof.ssa Cristina Morra, oltre a farci conoscere brevemente il contenuto del suo nuovo libro, è anche rivolta a tutti gli studenti ai quali insegno, visto che può essere una breve lezione su alcuni degli argomenti affrontati nel corso dell'anno scolastico. 
Buona lettura miei cari…



Che cosa è la geografia

Secondo alcuni la geografia è una materia noiosa che costringe a imparare nomi di monti, fiumi e città a memoria e invece niente di più sbagliato. Perché la geografia è una scienza e dal punto di vista dell’insegnamento scolastico è una disciplina fondamentale. Tanto che il grande filosofo della fine del ‘700 Emmanuel Kant, la descrisse come una scienza per la vita.

La geografia serve a conoscere il mondo che ci circonda, studia gli aspetti naturali e quelli trasformati dall’uomo sulla superficie terrestre. Cerca così di capire il luogo e l’origine dei fenomeni, come siano legati fra di loro e gli eventuali sbocchi, rendendo però la geografia una materia complessa e difficile, perché chiede di collegare le cose, sottoponendo lo studioso ad un ragionamento e non solo alla fase della mera memorizzazione.  

giovedì 31 ottobre 2019

Cittadini liberi e consumatori consapevoli nel mondo globalizzato. Un caffè con la Prof.ssa Cristina Morra



Alla luce delle nuove tematiche che il mondo sta affrontando. 
Ho ritenuto interessante recensire il libro della Prof.ssa Cristina Morra inerente a tali problematiche.


Il testo è stato segnalato, per la saggistica, al Premio Internazionale TULLIOLA – 2009 -


Giovedì 7 novembre 2019 alle ore 18.00 ad Arezzo 

presso Verde ACQUA BY POUREAU, via Lorenzetti  64/66 

TAVOLA ROTONDA. Incontro con la Prof.ssa Cristina Morra, geografa, autrice del libro

Interverranno:

Dott.ssa Barbara Rossi, moderatrice, storica dell'arte e curatrice di eventi 

Dott.ssa Maria Letizia Puzzella, economista, gestore   de L'ALVEARE GIOTTO di Arezzo








Manifesto dell’associazione Navdanya International. Per una resistenza alimentare e agricola

Il link che segue è il Manifesto diffuso dall’associazione Navdanya International, per una resistenza alimentare e agricola che parta dal ba...